In ricordo di Alessandro (kazam)

“Mettiamo a posto la domanda prima di pensare alla risposta”

Alessandro Zamboni (kazam)

(1977-2010)

Alessandro Zamboni (kazam) era un giovane e raffinato specialista dell’applicazione di strumenti informatici alla gestione di saperi operativi.  Nella sua pratica professionale Alessandro è sempre stato fedele alla sua idea di responsabilità sociale: per esempio perseguendo la logica del software libero, del riuso dei componenti, della manutenibilità, della riduzione all’essenziale pur nella completezza delle funzioni.

LinuxNon aveva avuto una formazione “canonica”, ma si era costruito un proprio originale percorso di vita e di lavoro. Era abile nell’intrecciare la programmazione con la descrizione dei requisiti in linguaggio naturale. Aveva raggiunto uno straordinario livello nella costruzione di ontologie per formalizzare e sistematizzare sapere tacito e conoscenze operative: in questo un vero “ingegnere della conoscenza”.

Moltissimi i suoi contributi a progetti di rilievo: dai primi lavori sul semantic web, alla costruzione di innumerevoli assemblaggi di applicazioni open configurate e ottimizzate di volta in volta, alla automazione di processi informativi usando i primissimi palmari, allo sviluppo di un prototipo precursore dei cloud desktop, all’idea di nascondere le istruzioni di pianificazione nelle specifiche di progetto.

Nella primavera del 2010 aveva cominciato a lavorare a due progetti che riflettono questo modo di pensare: uno era l’integrazione fra strumenti di project management e di knowledge management; l’altro l’integrazione e sincronizzazione fra attività off-line e on-line per assicurare la possibilità di lavoro collaborativo a gruppi con scarsa connettività.

Alessandro è morto improvvisamente un triste giorno del giugno 2010 a 33 anni lasciando un grande vuoto.

 

Alla sua memoria, la sua famiglia – i genitori Gabriella e Claudio e le sorelle Donatella ed Elisa – i suoi amici e i soci dell’Associazione Nicholas Georgescu-Roegen, di cui Alessandro è stato tra i fondatori, hanno deciso di intitolare un piccolo fondo.

Grazie all’impegno di Sandro Bartolini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Siena il fondo ha permesso l’acquisto di una macchina che ospiterà una installazione identica alle macchine presenti nei laboratori del Dipartimento ma sarà accessibile da remoto (anche fuori dalla rete universitaria).

In questo modo gli studenti potranno usare i software installati nei laboratori per potersi esercitare anche oltre l’orario di possibile fruizione dei laboratori.

Siamo certi che Alessandro sarebbe felice di sapere che altri giovani come lui potranno alimentare così la loro voglia di sperimentare e di imparare.